Pensare oltre la visione

Pensare oltre la visione

LA DESCRIZIONE LETTERARIA TRA SGUARDO, ALTERITÀ E PAESAGGIO

Convegno internazionale – Cagliari, 28-29 ottobre 2022

 

CORSO DI DOTTORATO IN STUDI LINGUISTICO-LETTERARI E STORICO-CULTURALI

Il presente convegno intende esplorare il fenomeno della descrizione letteraria dal punto di vista dei Cultural Studies, dei Visual culture Studies e degli studi sulla spazialità, l’ambiente e il paesaggio. Uno degli obiettivi del convegno sarà quello di mettere al centro delle riflessioni questo fenomeno troppo spesso marginalizzato e interpretato da un punto di vista mono-disciplinare e mono-generico.

 

Description is a revelation. It is not
The thing described, nor false facsimile.

It is an artificial thing that exists,
In its own seeming, plainly visible.

Wallace Stevens, nella sua Description Without Place (in Transport to Summer 1947), propone una definizione del processo descrittivo e del suo esito ultimo – la descrizione stessa – che testimonia tanto la vitalità quanto la peculiarità di una simile macro-modalità di organizzazione del segno, linguistico e non (Wolf, 2007). La storia della critica letteraria novecentesca – in cui l’interesse per lo studio della variabile “tempo” tende a prevalere, nel secondo dopoguerra, sullo studio della variabile “spazio” – testimonia un atteggiamento teorico distante, se non diametralmente opposto, a quello espresso dalle parole del poeta americano. Non solo il discorso sulla descrizione non ha raggiunto lo stesso grado di diffusione e di sistematizzazione che possono vantare gli studi narratologici, ma la stessa definizione del fenomeno oscilla tra il senso comune e la mancanza di formalizzazione. Le parole con cui Pierluigi Pellini introduce una riflessione sul tema sono alquanto incisive: “Una buona definizione empirica [della descrizione] potrebbe essere questa: sono descrizioni quelle parti di un testo narrativo che il lettore medio tende a saltare” (Pellini, 1999).

Tale affermazione provocatoria ha le sue radici in un atteggiamento di disinteresse diffuso, se non addirittura di aperta ostilità, responsabile del progressivo confinamento della descrizione ai margini del dibattito teorico. Da Paul Valéry, che la considera come una modalità compositiva aleatoria, “composta di frasi che si possono, in generale, invertire” (Valéry, 1960), dallo scetticismo marxista di Lukacs nei confronti dell’atto del descrivere, passando per Barthes che definisce “funerea” la qualità descrittiva degli aggettivi (Barthes, 1975), fino alle teorizzazioni di Genette (1966) sui rapporti tra mimesi e diegesi, la descrizione si è sempre più cristallizzata nella sua posa emblematica di ancilla narrationis. Il contrasto o, più radicalmente, l’agone fra narrazione e descrizione sembrerebbe, dunque, essere del tutto squilibrato sul versante narrativo, come riconferma recentemente anche Dora Zhang: “Description tends to recede into the background, if readers do not skip over it in order to get to the action” (Zhang, 2019).

Con la fine del secolo scorso abbiamo assistito ad un rinnovamento dell’interesse per la dimensione descrittiva da parte delle scienze umane. Lo Spatial Turn e il progressivo consolidamento di una coscienza ecologica hanno dato luogo, negli ultimi decenni, a numerose opere, critiche e letterarie, che si interrogano sulle modalità di rappresentazione e descrizione dell’ambiente, dei luoghi e del paesaggio, come l’ecocritica letteraria (Scaffai, 2017), la prospettiva geocritica (Westphal, 2007) o gli studi “paesaggistici” di Jakob (2007). Il Pictorial Turn (Mitchell, 1992) e l’istaurazione di una nuova disciplina, la “Cultura visuale” hanno dato adito a una nuova concezione dell’immagine (e della descrizione della stessa) specie in relazione alle egemonie a base testuale che governano il fatto letterario, concependo al cuore della cultura moderna una tensione agonale (Cometa, 2012) tra linguaggio verbale e visuale. Un esempio che ha avuto ampie risonanze è la lettura del fenomeno ekphrastico in chiave postcoloniale e gender attuata da W. J. T. Mitchell nel capitolo Ekphrasis and the Other nel suo Picture Theory (Mitchell, 1994). Innestandosi sulla scia lunga dei Cultural Studies (Berger, 1972) e dei Subaltern Studies (Spivak, 1988), il fenomeno della descrizione pone una serie di domande di enorme portata per quanto riguarda le opere letterarie che raffigurano la diversità e l’incontro con l’Altro – chiunque esso sia: Chi parla dell’Altro? Chi può parlare dell’Altro? L’Altro può parlare per sé?

La problematicità del contrasto fra la presenza evidente di un Narrative Turn e l’assenza di un altrettanto circoscrivibile Descriptive Turn (Fludernik, 2006) ha portato i dottorandi del XXXV e del XXXVI ciclo del Corso Internazionale di Studi Filologico-Letterari e Storico-Culturali dell’Università di Cagliari a proporre il presente convegno.

Data la vastità delle possibili diramazioni del tema, il convegno si limiterà a indagare le forme assunte dalla descrizione nella letteratura moderna e contemporanea, partendo dalle prospettive offerte dagli studi sui luoghi, sull’ambiente e sul paesaggio, dalla cultura visuale e dalla letteratura postcoloniale.

Segue un elenco dei potenziali ambiti di interesse del convegno cui dovranno fare riferimento i contributi. Tali indicazioni non esauriscono, ovviamente, tutte le linee di ricerca possibili, ma costituiscono il punto di partenza per una discussione sulla descrizione nella letteratura moderna e contemporanea a livello globale. Esse sono, dunque, volte a stimolare ulteriori approfondimenti sulle modalità di analisi del fenomeno della descrizione in una prospettiva interdisciplinare, transmediale e transgenerica.

DESCRIZIONE TRA AMBIENTE, LUOGO E PAESAGGIO:
1. Ruolo e funzioni della descrizione di luoghi, spazi e paesaggi nello sviluppo del testo narrativo;
2. Presenza di nuove realtà geografiche ibride nelle opere contemporanee;
3. Funzione del punto di vista nella costruzione della descrizione letteraria della natura;
4. Intermedialità e transmedialità nella costruzione dei luoghi, degli spazi e dei paesaggi letterari. Analisi del rapporto tra la letteratura, le arti e i media nel processo descrittivo;
5. Ruolo della vista e del sensorio più in generale nella strutturazione della descrizione a livello verbale.

DESCRIZIONE E CULTURA VISUALE:
6. Descrizione negli studi inter artes: nuove prospettive intermediali e possibili declinazioni in termini di concettualizzazione teorica del fatto descrittivo;
7. Forme dell’ekphrasis in letteratura dal Rinascimento alla contemporaneità: come la “rappresentazione di una rappresentazione visuale” (Heffernan, 1993) permette di oltrepassare la dicotomia fra narrazione e descrizione (Koopman, 2018);
8. Semiologia del testo visivo e aspetti di narratologia cognitiva (Marin, 2001; Wolf, 2007);
9. Descrizione all’interno degli studi di Literary Visualization (Scarry, 1999);
10. Rapporto image/text come correlato del rapporto descrizione/narrazione: tensioni agonali
all’interno del campo della rappresentazione letteraria.

DESCRIZIONE E ALTERITÀ:
11. Studi postcoloniali e decoloniali, decolonizzazione, attuali movimenti migratori in tutto il mondo, scontro di culture diverse;
12. Subaltern studies: risposte nell’epoca contemporanea al famoso quesito di Gayatri Spivak (1988), “il subalterno può parlare?” Chi parla del/al posto del subalterno e differenze tra le diverse rappresentazioni (anche intermediali) dei subalterni;
13. Queer studies e descrizione dei personaggi che sfidano l’eteronormatività;
14. Incontro tra diversi gruppi etnici, l’Altro in Occidente, problematizzazione e natura instabile di certe categorie (quali etnia, ‘razza’, Occidente/Oriente, Global South), canoni nazionali e linguistici, metodi eurocentrici di analisi delle narrative;
15. L’Altro nascosto e/o dimenticato nella propria cultura.

 

INVIO DELLE DOMANDE

Gli studiosi interessati a partecipare al convegno sono pregati di inviare la propria proposta d’intervento, in italiano o in inglese, all’indirizzo pov.unica@gmail.com. Il file della proposta, in formato .pdf, deve contenere:

  • Un abstract con breve nota bibliografica (max. 300 parole, bibliografia esclusa).
  • Una breve nota bio-bibliografica (max. 200 parole), nella quale devono essere specificati nome, cognome, indirizzo di posta elettronica, affiliazione accademica.

Il comitato scientifico si premurerà di selezionare i contributi e di comunicare agli interessati, entro i termini stabiliti, l’accettazione o meno della proposta d’intervento. Ogni relazione avrà una durata massima di 20 minuti. La richiesta di partecipazione implica l’impegno dell’autore a partecipare al convegno. Le spese di spostamento e pernottamento sono a carico dei partecipanti. È previsto un pranzo a carico dell’organizzazione del convegno.

CALENDARIO DELLE SCADENZE

Termine invio proposte: 17 giugno 2022

Comunicazione accettazione: 30 giugno 2022

COMITATO SCIENTIFICO
Agnès Guiderdoni, Michael Jakob, Mauro Pala, Roberto Puggioni, Elisabetta Selmi, Marcello Tanca

COMITATO ORGANIZZATIVO
I dottorandi: Michele Bordoni, Brandon Michael Cleverly Breen, Emma Pavan

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