Il paradosso della civiltà culturale ambrosiana

 

Pisa, Edizioni ETS, 2022

collana MOD La modernità letteraria, 79

 

Questo volume riprende l’argomento della prima monografia di Giovanna Rosa dedicata alla capitale morale e ne costituisce il perfetto compimento, disegnando la parabola della cultura ambrosiana dall’Unità a oggi attraverso una serie di approfondimenti cronologicamente successivi. La prima delle quattro parti in cui è divisa la raccolta si apre con un capitolo dedicato a Milano quale motore della cultura letteraria della modernità e svolge il compito di un’articolata introduzione che traccia il perimetro della ricerca. Il discorso parte dall’epoca postunitaria per arrivare alla produzione di Gadda, mette in luce il ruolo propulsivo della civiltà ambrosiana e le non poche contraddizioni che la caratterizzano e la condizionano, alle quali va ricondotta la mancata vocazione egemonica nazionale di Milano. La seconda sezione si concentra su tre autori della Scapigliatura, studiando l’aristocratico umorismo di Carlo Dossi, idiosincraticamente sintonizzato con l’illustre tradizione lombarda, la militanza di Ambrogio Bazzero, che lavora con meticoloso impegno sulla misura breve, e la lettura controcorrente del Risorgimento da parte di Roberto Sacchetti (finalmente un romanzo). Seguono, nella terza parte, le due immagini contrastive e complementari della città operosa, quella di Verga e quella dei palombari sociali, all’altezza di una data cruciale, il 1881 dell’Esposizione nazionale (e della pubblicistica che la accompagna). Chiude il libro una sezione tutta novecentesca: dopo il saggio su Testori e quello sull’infaticabile Oreste del Buono, ecco il capitolo dedicato alla casa editrice Feltrinelli (“nata con una forte vocazione d’impresa a marchio ambrosiano”), conclusione coerente con lo spiccato interesse per la mediazione editoriale che è uno dei fils rouges dell’attività critica di Giovanna Rosa.

 

Giovanna Rosa ha insegnato Letteratura italiana contemporanea all’Università Statale di Milano, dove è stata Direttore del Dipartimento di Filologia Moderna, coordinatore del Master in Editoria e Presidente di APICE (Archivi della Parola, dell’Immagine e della Comunicazione Editoriale). Già Presidente della MOD (Società italiana per lo studio della modernità letteraria), si è occupata di narrativa postunitaria (La narrativa degli Scapigliati, Laterza), romanzo dell’Ottocento (Il romanzo melodrammatico. F.D. Guerrazzi e la narrativa democratico-risorgimentale, La Nuova Italia) e del Novecento (Cattedrali di carta. Elsa Morante romanziere, il Saggiatore), anche in prospettiva metodologica (Il patto narrativo. La fondazione della civiltà romanzesca in Italia, il Saggiatore-Fondazione Mondadori). In Il mito della capitale morale (prima Edizioni di Comunità, poi Rizzoli BUR) ha studiato la letteratura e la cultura della “capitale morale” quali fondamenti della moderna civiltà ambrosiana.

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