«Mì parli nò!». Rappresentazioni della malavita, tra estetica ed etica

Call for Paper per la rivista «Balthazar», vol. 9

La rappresentazione della malavita – nei media, nella letteratura, nel cinema, nella musica, nelle arti visive – costituisce uno snodo cruciale per comprendere il rapporto complesso tra immaginario collettivo, potere e trasgressione. Da secoli, le figure del bandito, del mafioso, del delinquente urbano, popolano le narrazioni artistiche, oscillando tra l’emblema dell’anti-eroe romantico e l’icona pop carismatica, tra la denuncia sociale e la fascinazione estetica.

Questo dualismo – tra condanna e seduzione, critica e idealizzazione – solleva interrogativi profondi sul ruolo dell’arte nella costruzione di senso e nella gestione dell’ambiguità morale. Che cosa accade quando la violenza viene resa bella? Quando l’illegalità diventa stile? Quando la narrazione criminale diventa spettacolo?

Al centro di questa riflessione vi è il nodo etico della rappresentazione: come distinguere tra comprensione e complicità, tra narrazione critica e celebrazione? Quali responsabilità competono a chi crea contenuti che coinvolgono realtà criminali, e quali a chi li consuma?

La rappresentazione della malavita non è mai neutra: è attraversata da tensioni ideologiche, estetiche ed etiche che meritano di essere decostruite. Attraverso un’ottica multidisciplinare, questo numero di Balthazar intende esplorare le molteplici forme di estetizzazione del crimine e le loro ricadute simboliche, sociali e politiche. L’intento è quello di aprire uno spazio di confronto tra studiose e studiosi di letteratura, filosofia, media studies, arti visive, sociologia, criminologia e antropologia culturale, con l’obiettivo di indagare le strutture narrative e formali che trasformano l’illegalità in racconto, e quindi in esperienza estetica. Questo invito alla riflessione è rivolto anche chi desidera interrogare il potere dell’immaginazione, la funzione del racconto e la responsabilità culturale nella contemporaneità della serialità globale, della nostalgia cinematografica, del true crime e del culto del villain.

Temi possibili includono (ma non si limitano a):

  • Narrazioni letterarie, cinematografiche e televisive sulla criminalità organizzata
  • Mito del “cattivo affascinante”: costruzione e decostruzione dell’eroe criminale
  • Linguaggio visivo e sonoro del crimine nei diversi media
  • Estetizzazione della violenza e dei codici criminali nella cultura pop
  • Implicazioni etiche nella rappresentazione del dolore e della vittima
  • Estetica del degrado urbano e criminalizzazione della marginalità
  • Ambiguità morale nei prodotti culturali: consumo, empatia, identificazione

Lingue accettate: italiano, inglese, francese, spagnolo

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