Fenomeni di militanza

Scritture dell'impegno dal secolo di De Sanctis al Novecento

di Clara Allasia

 

Editore: Fabrizio Serra, Pisa, 2018

Collana: Biblioteca di "Studi Desanctisiani"

ISBN: 978-88-3315-134-2

 

La 'militanza' è soprattutto uno sguardo e un approccio e ha a che fare con domande tipo "che cosa "fa" la letteratura? Qual è il suo rapporto con la società e con la storia?". Questo volume, in vari capitoli, cerca di declinare le varie sfumature del concetto di 'militanza', non necessariamente o esclusivamente critica, ma anche letteraria. Perché se davvero la militanza non è "quella di chi sta in uno schieramento ma quella di chi va in missione per (ri)scoprire aspetti fondamentali del fare letteratura nella sua epoca e per la sua epoca" (A. Casadei, in "Allegoria" 2012), allora essa può essere letta prima di tutto come una forma di resistenza, fra l'altro non sempre consapevole e quindi immediatamente riscontrabile. In modo evidente De Sanctis si accampa ineludibile, non tanto e non solo per la Storia della letteratura, che pure nacque come opposizione alla cultura letteraria della vecchia Italia, ma per una militanza vissuta a pieno titolo in un intreccio molto stretto tra passione letteraria e impegno politico sul campo concreto delle lotte e delle battaglie. Il primo capitolo prende le mosse da Torino, città desanctisiana e crociana, la cui intellighenzia, al protettivo riparo delle accademie, aveva tentato, anni prima e cautamente, qualche prova di resistenza, intellettuale e mascherata, al potere di Napoleone. Attraverso Lorenzo Da Ponte e la sua difesa della letteratura italiana, rileggendo i suoi scritti alla luce delle ultime scoperte, si arriva a Giovan Battista Niccolini, che Da Ponte celebra come autore cardine della riscossa italiana e che sceglie per sé, come un mestiere, la cifra di una militanza letteraria fortemente politica. Da Niccolini a Luigi Settembrini, patriota che attraversa i moti risorgimentali animato da un atteggiamento antagonista, di scontro aperto con il potere, che pagherà carissimo. Con l'ultimo capitolo si attua il passaggio da Ottocento a Novecento e colui che era stato fino a quel momento protagonista ed esegeta, De Sanctis, diventa oggetto di un dibattito serrato: si torna a Torino, in cui due generazioni di studiosi, quella di Graf e Renier prima e quella di Debenedetti e Gramsci poi, sono impegnate a liberare De Sanctis dalle vischiose pastoie di un equivoco sancito ai tempi della nascita della scuola storica. La generazione nata agli inizi del Novecento si trova qui a fare i conti con se stessa e con una prospettiva di militanza non tanto critica, quanto civile.

Clara Allasia è Ricercatore presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università di Torino. E' membro di redazione della rivista «Levia Gravia», e fa parte del comitato scientifico delle riviste «Studi desanctisiani» e «Rivista di storia dell’Università di Torino» e della collana Biblioteca di St. James (Mephite); inoltre, è membro del comitato organizzatore delle celebrazioni per il bicentenario della nascita di Francesco De Sanctis. Di recente ha pubblicato le monografie: L’idea concubina. Le tentazioni di un intellettuale fin de siècle (Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2012); La testa in tempesta: Edoardo Sanguineti e le distrazioni di un chierico (Novara, Interlinea, 2017).

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