
A cura di Luca Gallarini
Sinossi
Conosciuto anche come «il sindacalista degli autori», Erich Linder è stato l’agente letterario più influente nell’editoria italiana del secondo Novecento. Dal 1951, anno in cui rileva la direzione dell’Agenzia Letteraria Internazionale, fino alla sua morte nel 1983 non c’è contratto, non c’è intermediazione tra editori e scrittori che non passi dal suo ufficio milanese: pochissime sono le eccezioni di peso. L’elenco dei suoi clienti era sterminato come quello delle conquiste di Don Giovanni, figura che lui stesso amava accostare, provocatoriamente, agli editori italiani.
Linder supervisionava tutte le fasi della lavorazione dei «suoi» libri: la scelta della casa editrice e della collana, la contrattazione degli anticipi e delle percentuali sulle vendite, la cura degli aspetti testuali e paratestuali, contribuendo così a costruire il catalogo dei principali editori italiani e dando prova di una progettualità che spinse Roberto Cerati, allora presidente dell’Einaudi, a definirlo «l’editore degli editori».
Grazie a un puntuale confronto tra la riflessione critico-letteraria e le riproduzioni dei documenti d’archivio, questo volume ricostruisce una vicenda fatta di tante piccole storie, alcune già note, altre inedite, di repentini cambi di rotta, scontri aperti e fragili compromessi, riannodando i fili di un mondo ancora dominato dagli editori, ma ormai prossimo a passare «dall’artigianato alla fase industriale».
Profilo
Luca Gallarini collabora con l’Università degli Studi di Milano. Fa parte del gruppo di ricerca del progetto «Caro Linder…» Storie di testi e di edizioni nell’archivio ALI – Erich Linder insieme a Virna Brigatti, Monica Zanardo, Andrea Palermitano, Eugenia Maria Rossi e Anna Taglietti, autori dei saggi di questo libro.

