Donne e lavoro: riconfigurazioni di una relazione narrativa

Donne e lavoro: riconfigurazioni di una relazione narrativa

Giornata di studi OBERT (Observatoire Européen des Récits du Travail)

10 – 11 giugno 2024, Aix-Marseille Université

 

Quella che intreccia donne e mondo del lavoro è una relazione complessa e sfaccettata, che nel tempo è stata definita (e continua a ridefinirsi) non solo in termini materiali ed economici ma anche a livello discorsivo e simbolico. Se «l’economia torna ad essere una dimensione politica e relazionale in cui il linguaggio svolge una funzione costitutiva, attraverso l’atto primo della nominazione e negoziazione del significato dei bisogni» (Giardini 2017), la voce delle donne rappresenta ancora una prospettiva subordinata e quanto mai necessaria per la comprensione dei processi di trasformazione del mondo del lavoro (Ventura 2018).

Secondo le dinamiche intersezionali descritte da Nixon in Slow Violence and The Enviromentalism of The Poor (2011), il rapporto tra narrazioni egemoni, spesso maschili, e prospettive minoritarie si inscrive all’interno delle più estese dinamiche di dominio e invisibilizzazione. Il premio Nobel per l’economia del 2023, Claudia Goldin, da tempo parla di «quiet revolution»d (Goldin 2006).

In Forces of Reproduction, riprendendo il pensiero dell’ecofemminismo materialista, la storica dell’ambiente Stefania Barca afferma che «women form the large majority of the global proletariat (i.e. of the dispossessed and exploited of the world) – a class of labourers whose bodies and productive capacities have been appropriated by capital and capitalist institutions». Se gli entanglement – i grovigli, dal lessico della fisica quantistica di Barad (2007) – relazionali costituiscono la materialità del mondo del lavoro, «l’ecofemminismo materialista ci aiuta a vedere l’ecologia delle comunità operaie» (Barca 2020).

Infine, silenziosa era anche la primavera del 1962, quando fu pubblicata l’opera seminale di Rachel Carson (Silent Spring), biologa che, in anticipo sui tempi, riconobbe i rischi ambientali dell’iperproduttivismo capitalista. Riflettendo sull’importanza del linguaggio per la critica della cultura di ogni società, è evidente l’insistenza, seppur polisemica, del campo semantico del silenzio attorno al tema donne e lavoro.

Per questo motivo, la relazione tra labour narratives, questioni di genere e urgenza ecologica sarà l’argomento centrale della nostra giornata di studio. Le due traiettorie differenti ma intersecabili che indagheremo, sincronicamente o diacronicamente, sono: da un lato, le modalità e le forme di rappresentazione del lavoro delle donne, dall’altro la voce di donne (scrittrici, registe, giornaliste, artiste) che si sono occupate di lavoro, sia esso come tema o come elemento metanarrativo, dispositivo narrativo o oggetto di studio teorico.

Il termine post quem è fissato al 1945 come termine post quem, inizio di una fase di trasformazione della società e dell’economia europee, seppur con le dovute e significative differenze tra i vari paesi del continente. All’interno di queste coordinate temporali e spaziali, ci interessa aprire una riflessione interdisciplinare e transmediale sulle rappresentazioni artistiche che esplorano la relazione tra il tema del lavoro e la prospettiva femminile, mettendone in luce le forme, i temi e le strutture. Con la giornata di studi si intende raccogliere una prima ricognizione di casi studio, potenzialmente espandibile, in cui la voce delle donne possa occupare sia il posto del tema rappresentato, sia il ruolo di soggetto parlante, artista che osserva e rappresenta il mondo del lavoro da una prospettiva minoritaria e, potenzialmente, alternativa.

Possibili prospettive di indagine sono:

  • critica tematica sul rapporto tra il tema del lavoro e prospettive femminili;
  • ruolo e forme della voce autoriale femminile;
  • intersezionalità su ecologia, lavoro e questioni di genere;
  • cause ed effetti della trans-medialità nella creazione e interpretazione delle opere;
  • critica postcoloniale e lavoro delle migrazioni.

 

Si accettano proposte di contributo in inglese, francese e italiano che saranno anche le lingue di comunicazione durante la giornata di studi.

Si prega di inviare un abstract di max. 350 parole, seguito da una nota bio-bibliografica di max. 100 parole alle seguenti email carlobaghetti@gmail.com, irene.cecchini@univ-amu.fr, francesca.nardi11@unibo.it, entro il 31 marzo 2024. L’esito della selezione verrà comunicato entro il 3 aprile 2024. Ad ogni intervento verrà riservato un tempo di 20 minuti per la presentazione, cui seguiranno 10 minuti di discussione.

Comitato scientifico e organizzativo:

Carlo Baghetti (LEST/CNRS),

Irene Cecchini (Aix-Marseille Université INCIAM, CIELAM/LPC),

Francesca Nardi (Università di Bologna)