VERGA POP

VERGA POP

Rifrazioni verghiane nelle arti visive, performative, nella letteratura e cultura popolare

Siamo liete di annunciare una call for papers per un Convegno internazionale presso l’Università di Salamanca, con la collaborazione dell’Università della Calabria e il patrocinio della Fondazione Verga.

 Organizzatrici: Milagro Martín Clavijo (Universidad de Salamanca), Daniela Bombara (ricercatrice indipendente), Ellen Patat (Università degli Studi di Milano)

mclavijo@usal.es; daniela.bombara63@gmail.com; ellenpatat@gmail.com

Ninna nanna, ninna nò, sta arrivando Mazzarò
Resta sveglio che sennò, porta via quello che può
Ninna nanna, ninna nò, sta arrivando Mazzarò
Resta sveglio che sennò, porta via quello che può

Caparezza, Ninna nanna di Mazzarò, in Habemus Capa, 2006

Più di dieci anni fa Felice Rappazzo, in un contributo apparso su Annali della Fondazione Verga (3, 2010), si chiedeva quale utilità potesse avere analizzare criticamente opere di Verga già molto esaminate dagli studiosi. In occasione del Centenario verghiano, si vuole ampliare tale interrogativo di stringente attualità saggiando opere che si relazionano organicamente al corpus originale e alla figura di un autore già ampiamente canonizzato come massimo esponente del Verismo; l’obiettivo è dunque di focalizzare un nuovo ‘oggetto’ per giungere all’elaborazione di forme d’indagine che apportino significativi elementi di innovazione alle classiche linee di ricerca.

La canzone di Caparezza citata in esergo, che rielabora il personaggio verghiano come immagine del capitalismo feroce, può rientrare in una linea di ricerca produttiva, che intende rintracciare le rappresentazioni, le riscritture e le trasformazioni del Verga scrittore/personaggio, come anche delle sue opere e delle relative tematiche, all’interno della letteratura e cultura popolare e dell’immaginario collettivo. Per quanto la presenza del mondo verghiano nelle forme culturali di massa non sia certamente paragonabile all’attività rielaborativa che scaturisce dalla ricezione di altri ‘grandi’ della letteratura italiana, già in concomitanza con la sua produzione narrativa di fine Ottocento se ne poteva apprezzare la produttività in ambiti extraletterari, quali il cinema e il teatro, e lo stesso autore, com’è noto, riscrive le sue opere in altri generi e con altri codici espressivi. Si intende quindi tratteggiare compiutamente l’immagine multimediale e popolare di Verga nella cultura attuale, volendo così recuperare la complessità della personalità intellettuale verghiana, che ab origine attraversa e innova generi differenti, mostrandone altresì la produttività nella società contemporanea.

La musica è di certo terreno fertile: riguardo le canzoni, oltre al testo di Caparezza, è possibile citare, ad esempio, in chiave contemporanea, il rap di Anastasio, Rosso Malpelo (2015), o su linee più classiche, I Malavoglia (1983) di Fredy Garozzo. Interessante La lupa. Suspiri d’amuri (2008) di Salvatore Guglielmino, narrativamente un sequel della novella verghiana, che con evidente transfocalizzazione sposta l’attenzione sull’amante assassino; nel 2014 diventerà un musical. Già l’anno precedente Mena, opera lirica in tre atti, su libretto di Plinio Maggi e Carlo Majorana, aveva a sua volta dislocato l’azione dei Malavoglia, a cui si ispira, contrandosi sulla relazione tra Alfio e Mena. Il melodramma moderno La Capinera (2018), libretto di Giuseppe Fulcheri, musiche di Gianni Bella e liriche di Mogol, attualizza il romanzo verghiano in un’altra direzione, integrando sonorità pop e lirica classica.

Inoltre, nonostante i rapporti fra Verga e il mondo della danza non siano continuativi, si pensi alla notevole risonanza de La Lupa (1998) coreografata da Susanna Beltrami e interpretata da Luciana Savignano, e l’anno successivo a uno spettacolo composito dallo stesso titolo, per la regia di Turi Giordano e la coreografia di Salvo di Mauro, in cui si integra recitazione, musica e danza, mettendo in scena lo stesso Verga come personaggio.

Il fantasma redivivo dello scrittore, interpretato da Salvo Randone, è stato anche ‘evocato’ alla radio negli anni ’70, per il programma “Le interviste impossibili”. Di fatto il Verga radiofonico, fra riduzioni e adattamenti, è ancora tutto da esplorare, da I Malavoglia letti da Vincenzo Pirrotta per Alta Voce nel 2004 a Le novelle di Verga recitate da Gaetano Marino per QuartaRadio.it, alle recentissime letture sceneggiate nell’ambito del progetto Verga e gli altri, così come il vasto ambito degli audiolibri e iperlibri.

Sul teatro verghiano esiste un’imponente letteratura critica, ma riteniamo che vi sia ancora spazio d’indagine su iniziative specifiche e particolari, quali il teatro di riviviscenza di Alfredo Mazzone, drammaturgo e regista vizzinese, che dal 1972 propone, con Le Verghiane, forme spettacolari immersive, in cui la rappresentazione tradizionale è inserita nel contesto vivo del paese di Vizzini con gli abitanti che affiancano gli attori professionisti,  portando avanti un’idea rivoluzionaria di performance teatrale. Altrettanto indagato il cinema ispirato a Verga, meno certamente i prodotti più recenti, quali le due opere di Pasquale Scimeca, Rosso Malpelo (2007) e I Malavoglia (2011); il primo arricchito da una dimensione sociale, il progetto Rosso Malpelo, ovvero “Liberiamo dalla schiavitù del lavoro i bambini del mondo”.

Altri ambiti d’indagine possono essere: il fumetto – si segnalano Rosso Malpelo (2017) di Maurizio Palarchi e Roberto Melis, recentemente ristampato, e Giovanni Verga. Cinque novelle a fumetti (2018) di Fabia Mustica; le parodie – al cinema un episodio di Io uccido, tu uccidi (1965) di Gianni Puccini, con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, reinterpreta ironicamente Cavalleria rusticana, in ambito letterario Malaria e zombie (2017) di Luigi Bonaro rivisita in chiave horror la novella verghiana Malaria (1883), I grandi classici riveduti e scorretti (2018) comprendono una rielaborazione comica de  I Malavoglia; il fantastico e il perturbante, non limitati certamente alle tre opere maggiormente indagate dalla critica: Storie del castello di Trezza, La festa dei morti, La coda del diavolo.

Infine, sono degni di attenzione, il Verga dei social, presentato comicamente, grazie all’inventiva di Francesco Dominelli e Alessandro Locatelli, su Facebook nella pagina Se i social network fossero sempre esistiti, come personaggio rozzo, ossessionato dal sesso; per questa linea si potrebbe anche approfondire, a livello biografico, il lato amoroso ed erotico  di un autore la cui prosa, affermava Alberto Savinio, “puzza di sesso”; e ancora gli influssi verghiani nell’esperienza quotidiana, dalla toponomastica –Verga è nominato in 36 vie o piazze italiane – alla gastronomia: si pensi ai ristoranti intitolati allo scrittore e alle sue opere, o verghiani persino nell’architettura d’interni, come il Ristorante del Campanile di Vizzini, o ancora al Cocktail Rosso Malpelo.

Si intende quindi proporre un approccio inusuale e inedito nel panorama degli studi sul corpus verghiano inseguendo la presenza di Verga nella società contemporanea attraverso linee di ricerca non canoniche.

Si suggeriscono alcuni possibili ambiti di indagine, da intendersi in senso orientativo:

  • Verga nelle canzoni
  • Verga e il melodramma contemporaneo o il musical
  • Verga e la danza
  • Forme teatrali non canoniche ispirate al corpus verghiano
  • Verga radiofonico
  • Audiolibri e iperlibri verghiani
  • Verga e il fumetto
  • Parodie verghiane
  • Verga e il fantastico
  • Verga ‘social’ e Verga nel sociale
  • Presenza di Verga nel territorio italiano

Si prega di inviare un abstract (in italiano e in inglese) di massimo 500 parole accompagnato da una breve bio-bibliografia dell’autore/autrice (massimo 150 parole) al seguente indirizzo email: vergapop22@gmail.com.

La data di consegna dei saggi completi, per la pubblicazione su Filoloski pregled, rivista di classe A, verrà comunicata, unitamente alle norme redazionali, al termine del convegno.

Data di consegna dell’abstract (max 500 parole): 30/ 07/ 2022

Notifica dell’accettazione: immediata

Convegno (online e in presenza): 25/ 11/ 2022

VERGA POP

Traces of Verga in visual and performing arts, in literature, and in popular culture

 

We are pleased to announce a call for papers for an international conference (online and in-person) at the University of Salamanca, with the collaboration of the University of Calabria

and the patronage of the Verga Foundation.

 

Organizers: Milagro Martín Clavijo (Universidad de Salamanca), Daniela Bombara (independent scholar), Ellen Patat (Università degli Studi di Milano)

mclavijo@usal.es; daniela.bombara63@gmail.com; ellenpatat@gmail.com.

Ninna nanna, ninna nò, sta arrivando Mazzarò
Resta sveglio che sennò, porta via quello che può
Ninna nanna, ninna nò, sta arrivando Mazzarò
Resta sveglio che sennò, porta via quello che può

Caparezza, Ninna nanna di Mazzarò, in Habemus Capa, 2006

More than ten years ago, Felice Rappazzo wondered in a contribution on Annali della Fondazione Verga (3, 2010) what could be the usefulness of critically analyzing those works by Verga which had already received so much attention by scholars. On Verga’s centenary, we would like to broaden this question of crucial relevance by focusing on works that organically engage the original corpus and the figure of an author who is already widely canonized as the father of Verismo. The objective is thus to concentrate on a new ‘object’ in order to put forward new forms of investigation that bring significant elements of innovation to the long-established lines of research.

Caparezza’s song in the exergue re-elaborates Verga’s character, portraying him as the image of an unbridled capitalism. This song can be included in a line of productive research that intends to trace the representations, the rewritings and the transformations of Verga as writer and character, as well as of his works and the related topics, within the domain of popular literature and culture and the collective imaginary. Although Verga’s presence in cultural forms of mass distribution is certainly not comparable to the remaking of other ‘great’ authors of the Italian literature, at the end of the Nineteenth century, alongside his narrative works, his productivity was greatly appreciated in extra-literary fields, such as cinema and theatre; the author himself rewrites his works in other genres and with other expressive codes. It is therefore our intention to fully outline the multimedia and popular image of Verga in current culture, in an attempt to retrieve the complexity of Verga’s intellectual personality, which ab origine crosses and innovates different genres, showing also its productivity in contemporary society.

Music is certainly a fecund ground: as regards songs, in addition to Caparezza’s song, it is possible to cite, for example, a more contemporary rap by Anastasio, Rosso Malpelo (2015), or, a more classic I Malavoglia (1983) by Fredy Garozzo. La Lupa. Suspiri d’amuri (2008) by Salvatore Guglielmino, which is narratively a sequel to Verga’s novel, shifts the focus to the murderous lover and was turned into a musical in 2014. The year before, Mena, an opera in three acts, with libretto by Plinio Maggi and Carlo Majorana, had displaced the action of I Malavoglia, by which it was inspired, concentrating on the relationship between Alfio e Mena. The modern melodrama, La Capinera (2018), with libretto by Giuseppe Fulcheri, music by Gianni Bella, and lyrics by Mogol, takes Verga’s novel in another direction, integrating pop sounds and classical lyric.

Furthermore, even if the relationships between Verga and the field of dance are not continuous, the remarkable popularity of La Lupa (1998), choreographed by Susanna Beltrami and interpreted by Luciana Savignano, should be noted. Likewise, the following year, there was a composite show with the same title, directed by Turi Giordano and with choreography by Salvo di Mauro, which integrated acting, music, and dance, and which staged Verga himself as a character.

The revived ghost of the writer, played by Salvo Randone, was also ‘evoked’ on the radio in a 1970s program “Le Interviste Impossibili”. The ‘Verga on the radio’, between reductions and adaptations, is still to be explored, from I Malavogliaread by Vincenzo Pirrotta for “Alta Voce” in 2004 to Le novelle di Verga recited by Gaetano Marino for “QuartaRadio.it”, to the very recent scripted readings created for Project Verga and Others, as well as the vast domain of audiobooks and hyperbooks.

The critical literature on Verga’s theatre is impressive, but we believe that there is still room for investigation on specific and particular initiatives, such as ‘il teatro di reviviscenza’ by Alfredo Mazzone, playwright and director from Vizzini, who since 1972, proposes Le Verghiane. This is a revolutionary idea of theatrical performance: it is an immersive show where the traditional representation is located in the living context of the village of Vizzini with the inhabitants that support the professional actors. The cinema inspired by Verga is equally investigated, while less analyzed are more recent productions, like the works by Pasquale Scimeca, Rosso Malpelo (2007) and I Malavoglia (2011); the former was enriched by a social dimension, the Rosso Malpelo Project or “Let’s free the children of the world from the slavery of work”.

Other areas of investigation may be: comics – we could mention Rosso Malpelo (2017) by Maurizio Palarchi and Roberto Melis, recently reprinted, and Giovanni Verga. Cinque novella a fumetti (2018) by Fabia Mustica; parodies – at the cinema, an episode of Io ti uccido, tu uccidi (1965) by Gianni Puccini, with Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, that ironically reinterprets the Cavalleria rusticana, and in the literary context Malaria e zombie (2017) by Luigi Bonaro who revisits the novella Malaria(1883) within the genre of horror, or I grandi classici riveduti e scorretti (2018) which includes a comic reworking of I Malavoglia; the fantastic and the uncanny, certainly not limited to the three works that are most investigated by critics, i.e. Storie del castello di Trezza, La festa dei morti, La coda del diavolo.

Last but not least, worthy of attention are the following lines of investigation: Verga on social media – the author is comically presented, thanks to the inventiveness of Francesco Dominelli and Alessandro Locatelli, on the Facebook page “Se i social network fossero sempre esistiti”, where Verga is portrayed as a rough character who is obsessed with sex; on this line, on a biographical level, the amorous and erotic side of the author’s prose, which was described by Alberto Savinio as “stinking of sex”, could be taken into account; and the influences of Verga in everyday life, from toponymy – Verga is mentioned in 36 Italian streets and squares – to gastronomy: for instance, the restaurants that are named or are architecturally designed after the writer, such as the restaurant ‘Il Campanile’ in Vizzini, or even the ‘Rosso Malpelo’ cocktail.

Therefore, our intention is to propose an unusual and unprecedented approach within the domain of Verga studies, pursuing the presence of the author in contemporary society through non-canonical lines of research.

Some possible areas of investigation could be:

  • Verga in songs
  • Verga and contemporary melodrama or the musical
  • Verga and dance
  • Non-canonical theatrical forms inspired by Verga’s corpus
  • Verga on air
  • Verga in audiobooks and hyperbooks
  • Verga and comics
  • Parodies on Verga
  • Verga and the fantastic
  • Verga ‘social’ and Verga in the social sector
  • Presence of Verga in the Italian territory

Please send an abstract (in Italian and English) of 500 words maximum accompanied by a short bio-bibliography of the author (150 words maximum) to vergapop22@gmail.com

The submission date of the complete essays, together with the editorial norms, for publication in Filoloski pregled, a “classe A” journal, will be communicated at the end of the conference.

 Abstract submission date (max 500 words): 30/07/2022

Notification of acceptance: immediate

International Conference (online and in-person): 25/11/2022