L’eredità dissimulata di Giorgio Manganelli

L’eredità dissimulata di Giorgio Manganelli

Call for Papers – Finzioni, n. 4, dicembre 2022

 

Nell’anno del centenario della nascita dello scrittore Giorgio Manganelli (1922-1990), risulta doveroso e necessario interrogarsi su quale sia stata e sia ancora l’influenza della sua opera di scrittore, saggista, elzevirista sulla letteratura italiana tra la fine del XX secolo e i primi due decenni del XXI secolo. Quanti e quali autori/autrici hanno preso spunto dall’opera manganelliana per elaborare le loro opere narrative o saggistiche? In che modo il suo labirintico immaginario e la sua fastosa retorica possono avere influenzato la letteratura più recente? In che modo le sue originali e provocatorie intuizioni critiche possono aver influito sulla critica letteraria odierna?

L’intento di questa proposta non è individuare i possibili “nipotini” di Manganelli – che tra l’altro odiava le parentele letterarie – per rintracciare un’improbabile “linea manganelliana” della letteratura italiana contemporanea, ma piuttosto mappare la proliferante varietà di stimoli che egli ha fornito agli scrittori e ai critici delle generazioni successive. Infatti, sembra quasi che l’opera di Manganelli si configuri – pur nella sua apparente marginalità – come una caleidoscopica e inesauribile fonte di spunti stilistici, linguistici, tematici, critici, dalla quale ogni autore/autrice può attingere in base ai propri interessi letterari.

La gamma di possibilità è talmente ampia che gli sviluppi possono condurre verso direzioni diametralmente opposte: c’è chi vi trova un modello di scrittura narrativa manierista (come accade esplicitamente in Michele Mari o Tommaso Ottonieri, e implicitamente in altri autori); chi invece un modello di critica letteraria estravagante (come nella produzione saggistica di Roberto Calasso o di Silvano Nigro); chi ha estrapolato singoli aspetti stilistici o tematici dalla sua opera (come l’ironia dissacratoria in Ermanno Cavazzoni o l’immaginario infero che si espande al quotidiano in Daniele Benati o ancora il viaggio come divagazione in Emanuele Trevi); chi ha trasformato il Manga in personaggio letterario (come Tiziano Scarpa, Adriàn Bravi o Romana Petri); chi deve necessariamente confrontarsi con le sue “letture parallele” dei classici delle letteratura italiana (come Giorgio Agamben nella sua recente rilettura di Pinocchio).

Per queste ragioni, la rivista «Finzioni» ha deciso di dedicare una sezione monografica del n. 4, che verrà pubblicato nel dicembre 2022, a una serie di contributi selezionati che riflettano sulla variegata gamma della “dissimulata” eredità manganelliana nel panorama culturale italiano contemporaneo. I contributi possono affrontare diversi aspetti di questo argomento:

  • Narratori/narratrici che fanno esplicito riferimento all’opera manganelliana come fonte d’ispirazione per le loro opere
  • Opere letterarie che stilisticamente richiamano la scrittura manganelliana
  • Saggi di critica letteraria debitori delle originali intuizioni critiche di Manganelli
  • Manganelli come personaggio letterario

Per partecipare alla Call for Papers è necessario inviare un abstract di circa 600-700 battute, in italiano o in inglese, all’indirizzo redazione.finzioni@unibo.it  entro il 3 settembre 2022. L’eventuale accettazione della proposta sarà comunicata entro il 18 settembre 2022. Il testo completo dei contributi accolti (tra le 30mila e le 40mila battute) dovrà quindi essere inviato per la double blind peer review entro il 30 ottobre 2022.

La pubblicazione dei testi approvati è prevista per la fine di dicembre 2022.